PUP è l’acronimo di Piano Urbano
Parcheggi.
La storia dei Pup inizia nel 1989. Da più
di 20 anni Roma sta cercando di adottare un piano affidabile per liberare Roma
Capitale dal traffico e contribuire alla risoluzione del problema parcheggi.Il
PUP è un piano rivisitato e rielaborato più volte negli anni, che ha sempre
conservato la sua “etichetta” elettorale di progetto utile per il bene
dei cittadini soffocati dal traffico e stressati nel trovare un parcheggio.
Il Pup è figlio dei governi di
centro-sinistra: Rutelli, Veltroni e Prodi, svezzato, dentro il
Municipio XI dai governi Smeriglio e Catarci con il benestare, dal 2001 ad
oggi, dell’Assessore all’Urbanistica, Lavori Pubblici e Mobilità: Alberto
Attanasio. Ereditato e cresciuto in buona salute negli ultimi 4 anni
dall’attuale governo: Alemanno, Berlusconi e Monti che hanno continuano a
perseverare nella speculazione a suon di processi di svendita del patrimonio
pubblico e di delibere commissariali.
L’attuale Piano prevede 267 interventi
per più di 65 mila nuovi posti auto: il 70% dei posti auto è ricavato con la
costruzione di parcheggi su suolo pubblico. L’80% dei parcheggi si concentra
nei Municipi centrali che hanno valori immobiliari di mercato molto alti.Nel
Municipio XI sono previsti 18 interventi (12 PUP + 5 PUP su suolo privato - 1
nodo di scambio) mentre 20 PUP sono già stati realizzati dal ’97 al 2005.
Il Piano parcheggi non si avvale di una visione
d’insieme in grado di indirizzare le opere dove servono producendo beneficio ai
cittadini, ma si avvale dell’unica visione dominante: l’intreccio tra settore
immobiliare e settore finanziario, rispetto al quale la sfera politica (di ogni
colore) è inerme, succube e complice.
Succede così che il Comune conceda un
diritto di superficie a imprese private le quali acquistano, pagando degli
oneri concessori non adeguati al mercato attuale, il diritto a costruire
parcheggi al fine di collocarli sul mercato a cifre esorbitanti (il PUP L. Da
Vinci è stato concesso per meno di 400 mila euro – saranno costruiti 77 box che
faranno guadagnare al costruttore almeno 3 volte tanto).
Molti PUP sono nati da questa mancata
visione d’insieme del territorio, perché ricollocati in zone inadeguate senza
uno studio di fattibilità, senza indagini preliminari e senza tutele per i
cittadini. Sono parcheggi progettati e realizzati senza controllo e liberi da
obblighi normativi, grazie all’istituzione della figura di commissario delegato
per l’emergenza al traffico, sdoganata nel 2001 dal presidente del Consiglio
Berlusconi, per concedere poteri al sindaco di Milano, e poi prontamente
adottata nel 2006 da Prodi per concedere poteri al Sindaco Veltroni.
A Roma, inoltre, una nuova Ordinanza
Commissariale di Alemanno ha modificato il vincolo di pertinenzialità previsto
dalla Legge Tognoli (legge di riferimento per l’elaborazione dei PUP):
all’inizio i box potevano essere acquistati solo dai proprietari degli
immobili distanti non più di 500 metri dal parcheggio (poi ampliato a 1000
metri nel luglio 2010). Oggi, se il costruttore non riesce a vendere i box ai
residenti nel giro di 1 Km, dopo un anno circa, può cederli a qualunque
proprietario di immobile nell’area della Capitale. Un’opportunità in più per i
costruttori e per gli investitori di denaro. In questo modo decade l’utilità
del PUP che avrebbe dovuto creare parcheggio ed eliminare il traffico.
Molti parcheggi
sebbene con sfumature diverse propongono le stesse problematiche:
Sono pericolosi per le
abitazioni adiacenti gli scavi. Non è sempre fattibile uno scavo in
prossimità di abitazioni, senza incontrare ostacoli e senza causare problemi di
stabilità alle case adiacenti e molti PUP stanno confermando questo GRAVISSIMO
problema (vedi PUP di Via Volta al Testaccio)
Sono dannosi per
l’ambiente: molte localizzazioni dei parcheggi prevedono l’abbattimento e/o
l’espianto di numerosi alberi che non potranno mai essere sostituiti sia per
grandezza che per utilità delle loro funzioni. In molti casi, come sul Viale
Leonardo Da Vinci, la realizzazione di queste opere stravolge la viabilità esistente
causando ulteriore congestionamento del traffico di auto a scapito della salute
e della sicurezza dei residenti.
Sono a regole zero: il
Comune trasferendo al privato ogni responsabilità verso terzi e anche le scelte
fondamentali che possono incidere economicamente sulla realizzazione del
progetto (per es. la fattibilità e le indagini preliminari del terreno che si
andrà a scavare, o la scelta di usare adeguati sistemi di costruzione rispetto
ad altri) crea una perfetta sovrapposizione tra controllato e controllore.
Il gruppo INDIGNATI NOPUP composto da
cittadini che si avvalgono di geologi, urbanisti, geometri, ingegneri,
agronomi, non dicono NO in modo fazioso e intransigente ai parcheggi, ma bensì
chiedono da oltre 2 anni:
la moratoria immediata
del Piano
Urbano Parcheggi per bloccare tutti i progetti e garantire una valida
programmazione che risponda ai criteri della pubblica utilità, che tuteli la
sicurezza dei cittadini e l’ambiente e che introduca meccanismi “sostanziali”
di partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali.
Il danno inferto
all’intero quartiere dall’inutile parcheggio interrato previsto in viale
Leonardo da Vinci sarà molto pesante:
modificazione
permanente della viabilità che rimarrà nel tragico stato attuale,
con la trasformazione della seconda carreggiata, oggi chiusa, a una corsia di
accesso al parcheggio.
spostamento di un
collettore fognario importante con conseguenze imprevedibili per le
abitazioni adiacenti.
abbattimento
sicuro di 14 olmi oltre alla compromissione di altri 8 olmi già danneggiati dal
costruttore.
GLI INDIGNATI DI VIALE LEONARDO DA VINCI
CONTINUANO A CHIEDERE
CHE QUESTO PARCHEGGIO NON VENGA FATTO
E CONTINUERANNO A DENUNCIARE
L’IRREVERSIBILE DANNO
CHE SI STA CONSUMANDO A NOSTRE SPESE !!!!!!